TRE PEZZI
per clarinetto e pianoforte
Nel caso dei Tre Pezzi dC 170 per clarinetto qui pubblicati, furono probabilmente i rapporti con Luciano Antonioli, allora docente al Conservatorio di Brescia, nonché uno dei fondatori della GIA (Giovani Interpreti Associati), a stimolare il musicista a scrivere per questo strumento, verosimilmente intorno al 1971. Sono brevi composizioni delle quali non sappiamo pressoché nulla di dettagliato: rimaste inedite, senza titolo, e forse perfino mai pubblicamente eseguite, ebbero la loro ragion d’essere probabilmente più nell’attività didattica che in quella concertistica; come una sorta di libera sonata in tre equilibrati movimenti (Allegro, Calmo, Allegro ben ritmato), pur nel linguaggio armonicamente moderno i Tre Pezzi tradiscono la formazione profondamente classica del compositore. Gli autografi sono stati rinvenuti tra le sue carte dopo la morte, e costituiscono l’evidente testimonianza di un instancabile lavoro creativo che in Franco Margola era costante impegno quotidiano.
Ottavio de Carli