DUE QUARTETTI
Ernesto Cavallini (1807-1877) è considerato il maggiore clarinettista virtuoso che l’Italia abbia mai avuto. Anche all’estero godette di grande fama, tanto che il celebre clarinettista inglese Lazarus lo definì il Paganini del clarinetto. Proveniente dalla scuola milanese di Benedetto Carulli (1797-1877), insegnante per più di 45 anni presso il Conservatorio di Milano e primo clarinetto alla Scala, Cavallini fu a sua volta maestro di Gaetano Labanchi (1829-1908), che diventò una figura piuttosto importante nell’ambito della scuola napoletana, che aveva come prerogativa il suonare con l’ancia all’insù. Anche Cavallini seguì questo tipo di impostazione, usando un clarinetto in bosso a sei chiavi per tutto l’arco della sua attività artistica, in un epoca in cui già il clarinetto sistema Boehm era d’uso corrente .Cavallini entrò a far parte dell’Orchestra della Scala come secondo clarinetto, al fianco del suo insegnante, ma assunse in seguito la posizione di primo clarinetto per diversi anni, acquisendo una certa fama presso compositori importanti dell’epoca come Mercadante, a cui dedicò dei duetti e soprattutto Verdi che gli scrisse appositamente il grande solo del terzo atto della Forza del Destino, che Cavallini suonò con grande successo a San Pietroburgo in occasione della prima esecuzione dell’opera nel 1862 .Altri soli clarinettistici verdiani, della Giovanna D’Arco e della Primavera dal balletto dei Vespri Siciliani, potrebbero essere stati ispirati da Cavallini. Dopo aver lasciato l’orchestra della Scala Cavallini svolse la propria attività artistica presso la corte dello Zar Nicola a San Pietrogurgo e il Conservatorio della stessa città. Quando tornò in Italia insegnò per pochi anni al Conservatorio di Milano. Ha lasciato almeno una settantina di composizioni clarinettistiche, e qualche composizione vocale, essendo stato anche insegnante di canto a San Pietroburgo. Ha scritto numerose fantasie da opere anche in trio con flauto (Don Pasquale, Norma, Trovatore, I Lombardi, Faust etc. ), due concerti per clarinetto, varie Romanze, un quartetto per flauto, oboe, clarinetto e pianoforte e diversi duetti per due clarinetti . La Serenata e l’Adagio e Tarantella sono probabilmente le composizioni più eseguite, insieme ai suoi 30 Capricci. I due movimenti di Quartetto per quattro clarinetti sono custoditi presso l’Accademia Filarmonica di Bologna e sono quì pubblicati per la prima volta. Il manoscritto non autografo è ad opera del copista Francesco Sigismondi e risale al 1932. Lo stile della scrittura, la vena melodica e il sapore squisitamente operistico dei due movimenti di Quartetto sono chiaramente riconducibili a Cavallini.
Quartetto Nr. 1
Quartetto Nr. 2