NESSUN DORMA
“Nessun dorma” è un’Aria tratta dal finale del terzo Atto dell’ Opera Turandot, ed è una delle più famose Arie per Tenore nella storia del Melodramma italiano. Essa è cantata dal Principe Calaf che nell’ Atto precedente aveva sfidato la Principessa Turandot ad indovinare il proprio nome: se così fosse avvenuto egli avrebbe presentato la sua testa al boia, in caso contrario la Principessa avrebbe dovuto sposarlo.
Nel dialogo intriso di odio e di amore insieme, fra Calaf e Turandot si dipana questa melodia di immemorabile bellezza cantata dal nostro Eroe nella speranza che, con il nascere del nuovo giorno, l’ amore avrebbe trionfato su tutto.
Turandot è l’ultima opera di Giacomo Puccini, lasciata incompiuta dall ‘ Autore stroncato nel Novembre del 1924 da un tumore maligno alla gola.
Del finale pucciniano restano solo alcuni abbozzi, sparsi su 23 fogli che il Maestro portò con sé presso la clinica di Bruxelles dove fu ricoverato nel tentativo di curare il male che lo affliggeva.
Nell’ ipotesi di una sua fine prematura Puccini non aveva indicato esplicitamente nessuno per il completamento della sua Turandot, e l’ Editore Ricordi decise, su pressione di Arturo Toscanini e di Tonio, il figlio dell’Autore, di affidare la composizione al maestro Franco Alfano, apprezzato Compositore dell’ epoca.
La prima rappresentazione di Turandot ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano, il 25 aprile 1926, a due anni dalla morte dell’Autore, sotto la direzione di Arturo Toscanini, il quale, profondamente commosso, arrestò la rappresentazione a metà del terzo Atto, due battute dopo il verso “Liù, poesia!”, sussurrando al pubblico le parole: “Qui termina la Rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto”.